Sappiamo tutti quanto la situazione delle donne sia stata ulteriormente aggravata durante la prima fase della pandemia e come questa seconda ondata non possa che peggiorarla ulteriormente da molti punti di vista. In particolare però le situazioni di disagio economico si sono estremizzate, portando a stati di vera miseria laddove anche un evento lieto come l’arrivo di un figlio può diventare un dramma a cui spesso è proprio la donna single o in coppia, anche stabilmente, a dover dare una risposta…Questa risposta in molti casi sortirà effetti inevitabilmente traumatici che lasceranno un segno indelebile in chi madre non è potuta diventare non per sua scelta, ma per disperazione. Ecco che allora andrebbe ricordato con maggiore sollecitudine quanto la legge italiana prevede da tempo sul parto in anonimato: madri senza nome che donano una vita a quelle donne o famiglie a cui la natura non aveva dato questa possibilità.
Diventare mamma “in silenzio” non lasciando tracce anagrafiche, ma solo biologiche, con la certezza che una vita crescerà per il bene e con il bene di altri è una possibilità che tante donne ancora ignorano e che forse avrebbe evitato- come si è detto- dolori laceranti e rimorsi per molte tra di loro.
I centri di sostegno alle madri in difficoltà sono anch’essi enormemente penalizzati dall’emergenza sanitaria e quindi anche in questo caso l’informazione sulla legge che tutela l’anonimato dei parti in strutture ospedaliere con sicurezza per madri e neonati non raggiunge più quante ne avrebbero potuto usufruire.
Da qui la decisione del club Soroptimist di Rimini di rimettere sul web una serie di semplici e chiari documenti informativi in merito in molte lingue al fine di prevenire scelte drammatiche dettate a certe donne da condizioni totalmente indipendenti dalla loro volontà.
Sei incinta sola e spaventata?
Sappi che tu e il bambino non siete abbandonati ma che: le Istituzioni aiutano concretamente le donne italiane e straniere che aspettano un bambino e sono in difficoltà: ogni Comune prevede forme di aiuto per tutte le madri in difficoltà economica: rivolgersi ai Servizi sociali del Comune di residenza, ai consultori o a centri di assistenza sociale o alle associazioni di volontariato laiche o religiose.
INOLTRE: E’ vietata l’espulsione delle donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi al parto, anche se clandestina. In questo caso può chiedere un permesso di soggiorno per motivi di salute e potrà iscriversi al Servizio sanitari nazionale.
SE POI NON VUOI O NON PUOI ALLEVARLO, RICORDA CHE:
Puoi partorire rimanendo anonima, puoi non riconoscere il bambino dopo il parto e non commetti alcun reato, mentre è reato abbandonarlo . Infatti per lo Stato italiano ogni donna, sposata o non sposata, anche clandestina, ha il diritto di essere aiutata a partorire in ospedale anche se non intende riconoscere il proprio figlio. Non subirà alcun provvedimento di espulsione. La sua identità rimarrà segreta e sarà vietato per legge rivelarla.
Puoi rivolgerti ai centri ospedalieri pubblici, reparti ginecologia ed ostetricia o alle Asl della tua città.
Una volta partorito, alla fine della degenza in ospedale potrai lasciare il bimbo in ospedale, in mani sicure ed esperte; trascorsi 10 giorni se deciderai definitivamente di non riconoscerlo il neonato diventerà adottabile. Gli verrà attribuito un nome e cognome e generalmente in tempi rapidi troverà una famiglia- tra quelle in attesa di un’adozione- che lo accoglierà con affetto e gratitudine.
COSI’ TU SARAI TRANQUILLA E TUO FIGLIO CRESCERA’AMATO E CURATO
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