Come la definì il grande filologo santarcangiolese Augusto Campana, la Rubiconia Accademia dei Filopatridi è la “più piccola delle grandi e la più grande delle piccole biblioteche”
Mercoledì 15 giugno ’22 le socie del club sono state accolte con grande cordialità dal Vicesegretario Elio RABONI insieme al bibliotecario Ing. Massimo RIVA e alla dott.ssa Cecilia Battistini dell’ Ufficio di segreteria. Tra gli accademici corrispondenti è presente anche la Soroptimista Alessia Valducci.
Nel 1801, per iniziativa di tre illustri cittadini savignanesi, i nobili Giulio Perticari, Bartolomeo Borghesi e Girolamo Amati, l’Accademia prese una nuova identità, rispetto a quella che usciva dai secoli precedenti quale importante cenacolo letterario del fecondo territorio romagnolo, assumendo un assetto arcadico secondo la cultura del tempo, con nomi e calendario propri del mondo della Grecia classica e si attribuì la denominazione di “Rubiconia Simpemenia dei Filopatridi”. Con tale appellativo si volevano evidenziare le finalità e le motivazioni della rinnovata istituzione.
Era Simpemenia , ovvero insieme di pastori, in quanto costituita da soci che si autodefinivano ‘Pemeni’,cioè pastori nel senso arcadico . ciascun socio, oltre al nome pastorale, assumeva il nome della regione o campagna di residenza, così per esempio Bartolomeo Borghesi si chiamò Paleotimo Steleo; il conte Giulio Perticari si chiamò Alceo Compitano; Vincenzo Monti si chiamò Acrone Meonio, Con il termine “Filopatridi” i soci dell’Accademia vollero sottolineare il loro impegno di difensori della loro Patria, mentre con l’appellativo di “Rubiconia” si intendeva sottolineare la ferma determinazione di difendere l’identità dello storico fiume Rubicone, tanto contestata da Cesenati e da Riminesi.
Lo stemma accademico raffigura, infatti, il fiume Rubicone in veste di divinità, appoggiata ad un’urna rovesciata sul greto, avente in pugno una freccia come se avesse raccolto il dardo che Cesare aveva gettato nell’onda all’atto del suo passaggio
Nel 1869 Giosuè Carducci ebbe l’incarico di riformare gli Statuti dell’Accademia – furono così aboliti il Calendario greco e i vecchi nomi bucolici e classici e la denominazione dell’Accademia divenne (1876) “Rubiconia Accademia dei Filopatridi” – e nel 1878 gli fu conferito l’incarico di Presidente, prima effettivo e poi in perpetuo “ad honorem”.
Nel 1877 un regio decreto di Vittorio Emanuele II la eresse in Ente Morale e la pose in grado di amministrare a tutti gli effetti civili e giuridici il proprio patrimonio, costituito soprattutto dal vastissimo patrimonio librario, vera ricchezza dell’Accademia, che è andato sempre aumentando nel tempo grazie anche a cospicue donazioni. L’Accademia ha sempre operato intensamente per salvaguardare il prezioso ed antichissimo patrimonio della Biblioteca Accademica e per assicurarne la fruibilità, non solo agli studiosi, ma a tutti i cittadini, molti dei quali provengono dall’estero.
La biblioteca che abbiamo avuto il grande piacere di visitare è suddivisa in dieci sale, ed è costituita da un patrimonio librario e documentale (si stimano 80.000 volumi) tra questi testi rari, pregiati, talvolta unici, come: l’intera (n. 33 volumi) 1^ edizione della Enciclopedia francese o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri; il volume di archeologia del Winckelmann, fondatore dell’archeologia scientifica, prestato con le più ampie garanzie alla mostra del G8 di Genova; e tante altre preziosità librarie.
In qualità di Soci dell’Accademia si sono avvicendati uomini di grande prestigio :
René de Chateaubriand, Gioacchino Rossini,
Massimo d’Azeglio,
Aurelio Saffi,
Giuseppe Garibaldi,
Francesco De Sanctis,
Gino Vendemini,
Giovanni Pascoli,
Alfredo Panzini,
Marino Moretti,
Fra gli Accademici del ‘900 spiccano
il Sen. Giulio Andreotti, l
’On. Gen. S.A. Vincenzo Ruggero Manca,
l’On. Dott. Giancarlo Mazzuca,
l’On. Cav. Lav. Antonio Patuelli,
il Prof. Mario Pazzaglia,
il Prof. Fabio Roversi Monaco,
l’On. Stefano Servadei,
il Card. Achille Silvestrini,
I Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri Gen. Leonardo Gallitelli e Gen.Giovanni Nistri
il Prof. Vittorino Andreoli,
la Prof.ssa Maria Rita Parsi,
il Prof. Valerio Massimo Manfredi,
e molte altre eccellenze regionali e nazionali.